Secondo quanto afferma Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, la situazione del mercato immobiliare non è rosea, e potrebbe non esserlo nemmeno al termine di questa lunga emorragia dei valori commerciali del mattone. Ma quali sono le attuali condizioni del real estate tricolore? E quali sono le prospettive di breve e di medio termine?
Per il numero 1 di Nomisma, la situazione attuale presterebbe qualche segnale di ripresa. Per quanto concerne ad esempio il mercato di Milano, una delle capitali immobiliari d’Italia, le compravendite sono cresciute del 5-10% nel corso del primo semestre del 2014: certamente al di sotto delle aspettative formulate lo scorso anno, ma pur sempre in grado di invertire una tendenza che si trascinava da tanto, troppo tempo. Per quanto concerne i prezzi, invece, la flessione sarebbe stata oltre il 4% in tutta la città, con un passo indietro che dall’inizio della crisi (2007) ad oggi, sarebbe pari a quasi un quinto. Per il futuro, non dovrebbero esserci grandi sorprese. Nel breve termine, infatti, è previsto che i prezzi continuino a calare (almeno fino al 2015): al termine di questa ulteriore fase di decrescita dei valori di mercato delle case, ci si deve attendere una stabilizzazione verso livelli di gran lunga inferiori ai prezzi pre-crisi.
In ogni caso, il futuro dipende principalmente da due elementi. Il primo è relativo alla “flessibilità” che i venditori dimostreranno in sede di trattative: se continueranno a irrigidirsi su posizioni “nostalgiche”, evitando il propagarsi di sconti ancora più corposi di quelli passati, la ripresa potrebbe essere allungata. Inoltre, uno sguardo preferenziale dovrà essere attribuito al mondo del credito immobiliare: per il momento le maglie del credito da parte di banche e finanziarie sono piuttosto strette, ma da settembre / ottobre, con l’approdo delle nuove iniezioni di liquidità da parte della Bce, le cose potrebbero almeno parzialmente cambiare.
Sbagliato, quindi, pensare che il manico del coltello sia necessariamente tra le mani dei compratori. Se è pur vero che sono gli acquirenti a poter effettuare delle operazioni di shopping immobiliare a buon mercato, è altrettanto vero che non mancano di certo i rischi che le transazioni non si concludano per la già ricordata rigidità degli operatori di vendita, e che i compratori che non dispongono della liquidità necessaria per compiere le operazioni con i mezzi propri, corrano il pericolo di vedersi rifiutata la richiesta di mutuo da parte delle banche.