Torna a crescere la fiducia nei confronti del mercato immobiliare. A darne una sostanziale certificazione è l’Agenzia delle Entrate, che dopo aver elaborato i dati forniti dall’osservatorio Nomisma sul mercato residenziale, ha “certificato” come nel corso del terzo trimestre le compravendite siano cresciute del 3,6% per una quota vicina alle 95.000 transazioni.
All’interno del mattone tricolore, migliore della media è l’andamento nelle città capoluogo, dove le transazioni sono cresciute del 7% rispetto al periodo di confronto precedente e, in particolare, nelle otto maggiori città della Penisola, dove gli acquisti hanno guadagnato il 9,6%. Il trend è comunque positivo anche nelle province capoluogo, dove le operazioni di compravendita crescono del 4,8% (contro il + 2,8% dei non capoluoghi): merito, presumibilmente, del consueto effetto della polarizzazione esercitata dai grandi centri, in grado di esercitare un ottimo livello di attrattività che non può che finire con il coinvolgere le aree dell’immediato hinterland, e quelle ben collegate con le metropoli (dove i prezzi, di norma, sono un po’ più economici).
Più nel dettaglio, risultati sicuramente positivi arrivano da Milano, che per il quinto trimestre consecutivo riesce a portare in incremento le compravendite (forse, anche per l’influsso positivo generato da Expo), trascinando in aumento anche gli scambi della provincia (+ 8,8%). Tra gli altri grandi centri, straordinariamente positiva è la prestazione a Firenze e Bologna (quasi il 20% di apprezzamento), mentre Roma porta le compravendite in crescita dell’11,8% rispetto al + 3,9% del trimestre precedente.
Estendendo invece la panoramica statistica, emerge come nel corso del terzo trimestre le prestazioni in termini di numero di compravendite siano state leggermente più positive al Centro (+ 4,5%) rispetto al Nord (+ 4,3%) e, soprattutto, al Sud (+ 3,6%). Poco male: fino allo scorso trimestre il Nord e il Sud avevano denotato percentuali negativi, contro un incremento lieve del Centro (+ 1,7%).
Uscendo dal recinto residenziale, le prestazioni rimangono comunque positive. Sicuramente soddisfacente è il trend conseguito dal settore commerciale (+ 9%), mentre più lievi – ma comunque contraddistinte da un rassicurante segno “+” – sono gli andamenti relativi al settore produttivo (+ 1,6%) e alle pertinenze (+ 2,4%).
Insomma, pessimismo passato a parte, qualcosa sembra pur muoversi nel mercato immobiliare italiano, e le prospettive per un prossimo futuro sembrano essere più rosee del previsto. Rimane ora da comprendere in che modo il settore creditizio cercherà di supportare la ripresa degli scambi residenziali, e quali saranno le ambizioni degli operatori. Il peggio, però, sembra essere realmente passato.