La voluntary disclosure, o collaborazione volontaria, è finalmente diventata legge. Ma in che modo tale sanatoria potrà essere utilizzata per regolarizzare le proprie attività immobiliari? Cerchiamo di saperne un pò di più, comprendendo in che modo la procedura per la regolarizzazione dei capitali all’estero possa essere efficacemente utilizzata anche nei confronti del caro e vecchio mattone.
La voluntary disclosure è una procedura appena passata al Senato attraverso la quale i contribuenti italiani potranno scegliere di regolarizzare la propria posizione con il fisco, in relazione ai capitali che sono stati illecitamente esportati all’estero o, in aggiunta, anche le somme di denaro presenti in Italia e non dichiarate al fisco. Ma chi riguarda?
Alla voluntary disclosure possono aderire tutti coloro i quali detengono dei patrimoni non dichiarati al fisco, detenuti all’estero o in Italia. Ne consegue che la sanatoria riguarda anche gli immobili, oltre ai beni mobili registrati (si pensi alle barche), ai conti correnti, alle polizze assicurative, ai fondi comuni di investimento, ai metalli preziosi, alle partecipazioni in società, e così via.
La voluntary disclosure non è un condono per il semplice motivo che, contariamente all’attuale procedura, lo “scudo fiscale” puntava a fornire un pagamento di imposte e di sanzioni molto basse. Chi invece aderisce all’attuale sanatoria, dovrà versare tutte le tasse dovute e – contriariamente allo scudo dell’ex ministro Tremonti – non manterrà l’anonimato nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Il suo nominativo verrà inoltre comunicato anche all’autorità giudiziaria, per soli finalità informative.
È possibile aderire alla collaborazione volontaria entro il 30 settembre 2015 per le violazioni che sono state commesse entro il 30 settembre 2014. In ogni caso, la voluntary disclosure non può essere abbracciata (così come avviene, ad esempio, per il ravvedimento) da tutti i contribuenti che hanno già ricevuto gli avvisi di accertamento o ispezioni o controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guarda di Finanza.
È compito dell’Agenzia delle Entrate procedere nel calcolo delle imposte da pagare, calcolando Irpef, addizionali regionali e comunali, imposte sostitutive sui redditi finanziari, Irap, Iva, contributi previdenziali, e così via. Gli importi saranno inoltre maggiorati degli interessi dovuti. L’adesione verrà effettuata proprio su apposito modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate, da inoltrarsi all’Ucifi.